Traduzione: “Sin Banderas Ni Fronteras dal Cile sulle incursioni nei centri anarchici in Brasile”

Tema: Internazionalismo
Data: 26/10/2017
Tradotto da  https://vozcomoarma.noblogs.org/?p=18

La solidarietà è azione

Sulle incursioni della polizia negli spazi anarchici in Brasile e per l’internazionalizzazione dell’offensiva anarchica contro la repressione nel Cono Sud.

Come riportato da alcuni media e blog, la polizia civile di Rio Grande do Sul in Brasile ha  invaso degli spazi e delle case anarchiche la mattina del 25 ottobre. La ricerca è stata condotta nell’ambito di un’inchiesta per attacchi contro banche, agenti di polizia, imprese automobilistiche e centri di partiti politici commessi da gruppi anarchici a Porto Alegre negli ultimi quattro anni.

Tutto ciò è accaduto alla vigilia dell’ottava edizione della Fiera del Libro Anarchico di Porto Alegre, la cui data di inizio era prevista per il 27 ottobre e in seguito sospesa fino ad ulteriore avviso a causa degli eventi.

La polizia ha nominato questa repressione contro i compagni anarchici “Operazione Erebo”. Nella mitologia greca, Erebo era il dio dell’oscurità e degli inferi.

Secondo le forze repressive, l’inchiesta è iniziata un anno fa, dopo un tentativo di attacco ad un veicolo al di fuori di una stazione di polizia. Secondo il direttore della polizia provinciale (Fabio Motta), l’indagine includerebbe più di 30 sospettati tra i quali persone provenienti dal Brasile, dal Cile, dalla Bolivia e Dalla Francia che, come ha dichiarato alla stampo il capo della polizia civile (Emerson Wendt), formerebbero un’organizzazione che si schiera “contro tutte le forme di potere, controllo e moralità esistenti all’interno della società”.

Il bottino di guerra rubato dai bastardi comprende gli stessi materiali già noti in altre operazioni repressive nella regione, come il caso dell’Operazione Salamandra (“Caso Bombas”, Cile, 2010) o la repressione contro gli ambienti anarchici in Bolivia nel maggio 2012: libri, maschere, opuscoli, manifesti, computer e, in particolare in questo caso, una grande quantità di eco-mattoni presentati dalla polizia come bombe Molotov.

Le accuse sollevate dalla repressione includono: tentato omicidio, formazione di un’organizzazione criminale, formazione di bande e danni a proprietà pubbliche con materiale esplosivo.

Da parte sua la stampa locale svolge il ruolo abituale di miserabile collaboratrice per convalidare e giustificare l’operazione repressiva. In un notiziario, un giornalista mostra con le sue mani (senza guanti) una delle prove presumibilmente importante per dimostrare la pericolosità del presunto gruppo criminale: una copia del libro “Cronologia del confronto anarchico”, che riporta diverse azioni dirette effettuate nel territorio dominato dallo Stato del Brasile.

Al di là delle prove e delle accuse, vediamo ancora una volta come le strategie repressive degli Stati sono internazionalizzate e colpiscono ambienti e compagni anti-autoritari cercando di fermare l’avanzata della lotta anarchica in tutte le sue forme ed espressioni.

Alla luce della situazione attuale, la nostra risposta non può che essere di solidarietà internazionale e di rafforzamento delle reti di azione e di coordinamento per potenziare l’offensiva anarchica nella guerra contro gli Stati e tutte le forme di potere.

Dal Cile al Brasile, solidarietà, agitazione e azione diretta contro ogni autorità!

Sin Banderas Ni Fronteras, centro di agitazione anti-autoritaria.

Cile, 26 ottobre 2017.

(Foto: https://vozcomoarma.noblogs.org)

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