Zurigo si colora di rosso: Accors* a migliaia per rimandare al mittente le pretese del padronato

Tema: Lavoro e Lotta
Data: 23/06/2018
Di: RRN

(La manifestazione partita da Central – Foto: RRN)

In più di 18’000 oggi a Zurigo per partecipare alla manifestazione de* lavorat* edili contro l’ennesimo attacco del padronato (Società Svizzera impresari costruttori) alle condizioni di lavoro sui cantieri. Il lunghissimo corteo ha sfilato per il cuore della città scandendo slogan e canti. I lavoratori e le lavoratrici – accompagnat* dai sindacati Unia e di Travail Suisse – giunti dalle diverse regioni della Svizzera, hanno mandato un chiaro messaggio a chi, oltre a lucrare sulle loro spalle, pretende di aumentare la produttività, riducendo la paga e di volerli far lavorare fino alla tomba. Le dinamiche nell’ambito immobiliare in Svizzera seguono una linea chiara, come si legge nel comunicato del Partito Operaio Popolare: “Nel paese dove la borghesia globale ha scelto di depositare oltre il 30% di tutti i suoi capitali privati in circolazione, vi è conflitto sociale, e si esprime dove lo sfruttamento è più evidente.”, sulle spalle di chi costruisce materialmente le città, rispettivamente i centri del capitalismo. Il padronato nelle sue rivendicazioni attacca il diritto al prepensionamento ai 60 anni, una delle conquiste più importanti del movimento operaio in Svizzera, oggi minacciato concretamente.

(Lo spezzone della Regione Ticino – Foto: RRN)

La SSIC vuole inoltre aumentare la flessibilità nell’ambito delle ore lavorative, potendo estendere la settimana a 50 ore. Nel contesto dei salari il padronato vuole abbassare i salari a chi ha più di 50 anni, visto che, secondo loro, a quell’età non si sarebbe più produttivi per una paga standard. In caso contrario, dicono, sarebbero costretti a licenziare. Sotto attacco anche il termine di disdetta di 6 mesi invece di 3 per chi compie 55 anni: Una conquista di soli 5 anni fa… Il sindacato Unia ha dichiarato di voler rimandare al mittente le richieste della SSIC, rivendicando a sua volta “soluzioni” al precariato come il divieto di subappalto e la regolamentazione delle agenzie interinali. Dai singoli spezzoni e dal palco predisposto ad Helvetiaplatz è stato lanciato anche l’avvertimento: “Se non verremo ascoltati… sarà sciopero!”. Va rammentato però che tali attacchi non sono scollegati da un processo più ampio, come espresso sul volantino distribuito dalla Revolutionärer Aufbau (pubblicato qui in seguito) durante la manifestazione: “È una lotta di classe dall’alto alla quale bisogna rispondere con la lotta di classe dal basso”.

 

“Solidarietà con i lavoratori edili – pensionamento a 60 anni per tutti!

Nel 2002 gli edili hanno ottenuto il pensionamento a 60 anni, è stato fantastico!

Ed è stato possibile perché hanno lottato invece di limitarsi a negoziare. Hanno scioperato e manifestato, talvolta persino con delle sommosse. Giustamente.

L’abbassamento dell’età di pensionamento è la maggiore conquista per la classe operaia degli ultimi decenni in Svizzera. Ed è una necessità urgente! Anche se tu fossi abbastanza sano da continuare a lavorare dopo i 60 anni, nessuno ti assumerebbe. I padroni non ti vogliono dare lavoro dopo i 60 anni, preferendo non pagare e facendo ricadere il peso sulla cassa disoccupazione.

Dobbiamo quindi difendere tutti l’età di pensionamento. Perché è solo uno dei tanti attacchi. Attacchi alle condizioni di lavoro di tutti noi. Flessibilità, giorni lavorativi più lunghi, ecc. Tutto ciò che viene richiesto dagli impresari costruttori nel settore edile, viene richiesto anche dai padroni nei parlamenti, per tutti coloro che lavorano. Si tratta di una lotta di classe dall’alto alla quale dobbiamo rispondere con la lotta di classe dal basso.

Insieme contro gli attacchi del capitale alle nostre condizioni di lavoro e di vita.

Per una vecchiaia dignitosa in meritata prosperità,

per il comunismo!”

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